sábado, 9 de febrero de 2019

Amo ferocemente, disperatamente la vita

Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l’erba, la gioventù. L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro. (Pier Paolo Pasolini)


Il mio corpo è l'immediatezza della mia poesia. Perché non è un corpo definito. Eternità non eterna. Anche la malattia è sacra. Tutto è santo. (Anche, il linguaggio della malattia). La mia impotenza è falsa percezione. Falsa lettura della mia precarietà. Impotenza e precarietà sono il linguaggio della follia. Essere un corpo che parla senza nemmeno parlare di comunicazione. In tempi di malattia.

Confesso che sono pieno di un'altra luce. Che parlo e mi parli. Luce che mi piace, senza abbandonare l'eternità di quella luce, che le mie storie forzate dicono che proiettano. Non ho mai saputo fino ad ora che la poesia non è patrimonio del poeta. Anche se il poeta fa poesia della sua malattia. Nel frattempo, percorre quel sentiero verso il santo. Dove torno (ora), carico di parole senza pronunciali
____________________________

Mi cuerpo es la inmediatez de mi poesía. Porque no es cuerpo definido. Eternidad no eterna. También la enfermedad es sagrada. Todo es santo. Mi impotencia es falsa percepción. Falsa lectura de mi precariedad. Impotencia y precariedad es el lenguaje de la locura. Ser cuerpo que habla sin hablar siquiera comunicación. En tiempos de enfermedad.
Confieso que estoy lleno de otra luz. Que hablo y me habla. Luz que disfruto, sin abandonar la eternidad de esa luz, que mis forzados relatos dicen proyectar. Nunca supe hasta ahora que la poesía no es patrimonio del poeta. Aunque el poeta haga poesía de su enfermedad. Mientras recorre ese camino hacia lo santo. Hacia donde regreso (ahora), cargado de palabras sin pronunciar.

No hay comentarios:

Publicar un comentario