La
civiltà consumistica ci ha nauseati. Noi protestiamo in modo radicale. Creiamo
un anticorpo a tale civiltà, attraverso il rifiuto. Tutto pareva andare per il
meglio, eh? La nostra generazione doveva essere una generazione di integrati?
Ed ecco invece come si mettono in realtà le cose. Noi opponiamo la follia a un
destino di executives. Creiamo nuovi valori religiosi nell’entropia
borghese, proprio nel momento in cui stava diventando perfettamente laica ed
edonistica. Lo facciamo con un clamore e una violenza rivoluzionaria (violenza
di non-violenti!) perché la nostra critica verso la nostra società è totale e
intransigente".
(PPP, “Contro i capelli lunghi”, Corriere della Sera, 7 gennaio 1973)
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