Al
di là dei sogni c’è la vita e in questa società dove non ci sono più sogni ma
incubi dove andiamo? Scriveva
Shakespeare siamo fatti della stessa materia che sono fatti i sogni. Nell’opera
Pasoliniana ispirata a Calderon della barca “la vita è sogno”. Calderòn opera
teatrale di Pier Paolo Pasolini divisa in tre temi due dei quali il sogno era
ancora possibile nell’ultima fase, nel mondo omologato dove i sogni del tempo
della storia non ci possono essere più. Ma solo una desertificazione interiore
condizionata dal potere omologante che stabilisce cosa devi sognare.
Ero
giovane, zingaro errante con le pezze al culo ma ero pieni di sogni – ero
veramente un ragazzo dell’Europa avendola girata quasi tutta e in particolare
l’Europa oltre la cortina di ferro, l’Europa Comunista. L’ho descritta nel mio
romanzo “viaggio d’un poeta attraverso la terra dipinta in quella desolata –
Mario Pozzi”.
La
libertà è un’esigenza interiore – primordiale, atavica nasce dell’esigenza
primaria dell’uomo quella naturale dettata dalla Divina natura e dal suo essere
nomade (Lucy e il nomadismo Africano.) Poi si sono fabbricati i muri, le
gabbie, i recenti e l’uomo è divenuto schiavo delle stesse regole che si è
inventato.
Le
istituzioni per loro natura sono sempre commoventi ed essendo commoventi la
loro espressione si riduce a pura inutilità e in questa inutilità si è
concentrato il potere. Pasolini “Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché
l’umanità sarà divisa padroni e servi non ci sarà né normalità né pace. La
ragione di tutto il male nel nostro tempo è tutto qui.
(Mario Pozzi, Pasolini e il teatro Greco, https://videotecapasolini.blogspot.com,
giovedì 21 febbraio 2019)
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